Inflazione a tavola: spesi 13 miliardi in più rispetto al 2021

Per “mettere insieme il pranzo e la cena”, come recita un vecchio adagio, gli italiani, nel 2022, hanno speso 13 miliardi di euro in più del 2021, a causa degli ormai noti effetti di rincari energetici e guerra. A ribadirlo la Coldiretti su dati Istat, relativi all’inflazione a dicembre 2022, che evidenziano un aumento medio del 9,1% dei prezzi dei beni alimentari e delle bevande nel 2022 rispetto all’anno precedente. Tra le categorie di prodotti che hanno pesato di più sull’aumento di spesa degli italiani ci sono la verdura, che precede sul podio “pane, pasta e riso” e poi “carne e salumi” mentre al quarto posto la frutta precede il pesce, poi “latte, formaggi e uova” e quindi “olio, burro e grassi”. Seguono con esborsi aggiuntivi più ridotti le categorie “acque minerali, bevande analcoliche e succhi”, “zucchero, confetture, miele, cioccolato e dolci”, “caffè, tè e cacao” e sale, “condimenti e alimenti per bambini”.

D’altronde, come si sente dire tra gli scaffali dei supermercati, o nei bar, o nei mercati, “è aumentato tutto”. E sotto pressione c’è l’intera filiera agroalimentare, “a partire dall’agricoltura dove si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio fino al +500% delle bollette per pompare l’acqua per l’irrigazione dei raccolti. Ma aumenti riguardano anche l’alimentare con il vetro che costa oltre il 50% in più sullo scorso anno, il 15% il tetrapack, il 35% le etichette, il 45% il cartone, il 60% i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al +70% per la plastica, secondo l’analisi Coldiretti.

“Per difendersi dagli aumenti 8 italiani su 10 (81%) hanno preso l’abitudine di fare una lista ponderata degli acquisti da effettuare per mettere sotto controllo le spese d’impulso, secondo l’analisi Coldiretti/Censis, che evidenzia come siano cambiati anche i luoghi della spesa, con il 72% degli italiani che si reca e fa acquisti nei discount, mentre l’83% punta su prodotti in offerta, in promozione”.

E se i prezzi per le famiglie corrono, l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne – denuncia la Coldiretti – dove più di 1 azienda agricola su 10 (13%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività, ma ben oltre 1/3 del totale nazionale (34%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dei rincari, secondo il Crea.

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