Il latte di animali al pascolo ha una marcia in più

Una ricerca messicana ne ha dimostrato l’influenza del latte di animali al pascolo sul metabolismo.

Il latte fa parte da sempre dell’alimentazione umana e per le sue caratteristiche nutrizionali viene considerato un alimento pressoché completo, cioè in grado di apportare gran parte delle sostanze di cui il nostro organismo ha bisogno.

Tuttavia, il latte non solo non è tutto uguale ma è anche considerato, nell’opinione comune, un alimento grasso, da consumare con moderazione e in molti cercano soluzioni alternative al latte intero come prodotti sgrassati o semi sgrassati.

Negli ultimi anni sono stati effettuati molti studi con l’obiettivo di identificare i fattori che maggiormente condizionano la qualità del latte. In particolare, grande attenzione è stata posta alla peculiare presenza nel latte di composti bioattivi come peptidi, CLA, acidi grassi a corta catena, PUFA e polifenoli in grado di avere un effetto benefico sulla salute dell’uomo.

La loro presenza nel latte dipende principalmente dal tipo di alimentazione somministrata agli animali, poiché gran parte di queste molecole bioattive sono sintetizzate nell’animale a partire da precursori presenti nelle piante. Viene da sé che la scelta di un sistema di alimentazione che sia in grado di garantire un’abbondanza di questi composti è alla base delle strategie da applicare per ottenere produzioni di elevato livello qualitativo.

Gli acidi grassi polinsaturi, i polifenoli e i CLA sono noti per i loro effetti benefici sulla salute dell’uomo, in particolare sono coinvolti nella prevenzione di malattie metaboliche e cardiovascolari.

Queste proprietà sono state indagate nello studio di Delgadillo-Puga et al. (2020), in cui gli autori hanno verificato gli effetti dell’assunzione di latte sui cambiamenti metabolici derivati da diete ad alto contenuto di grassi.

In questo lavoro sono state somministrate diete ad alto contenuto di grassi a 4 gruppi di topi, di cui 3 (gruppi I, II, III) hanno ricevuto un’integrazione di latte di capra.

I tre tipi latte di capra integrati nelle diete differivano per la loro composizione in acidi grassi e polifenoli in funzione del diverso sistema di alimentazione adottato (dieta tradizionale- dieta al pascolo– dieta con integrazione di Acacia farnesiana). I risultati ottenuti sono poi stati confrontati con un quinto gruppo di topi (gruppo controllo o gruppo V) che è stato alimentato con una dieta bilanciata.

L’obiettivo degli autori è stato quello di verificare in che modo l’integrazione di latte di diversa qualità modificasse gli effetti derivati dallo stress metabolico indotto da una dieta ad alto contenuto di grassi. Tra i molteplici aspetti indagati, si è deciso di riportare i seguenti:

  • L’incremento di peso
  • I valori di trigliceridi
  • La resistenza insulinica
  • Le caratteristiche del tessuto adiposo

I risultati ottenuti dimostrano che l’integrazione di latte di capra ha ridotto l’incremento del peso e nello specifico della massa grassa, così come il valore di trigliceridi circolanti.

La resistenza insulinica è stata misurata con test ipITT (intraperitoneal insulin tolerance test) i cui risultati hanno rivelato che i topi alimentati con diete integrate con latte di capra (gruppi I, II, III) hanno avuto risultati sovrapponibili a quelli del gruppo controllo (gruppo V), mentre più alti sono stati i valori dei topi con dieta ad alto contenuto di grassi priva di integrazione (gruppo IV).

Questi risultati dimostrano che il latte di capra riduce l’intolleranza al glucosio associata a diete grasse, prevenendo così l’iperinsulinemia.

Le caratteristiche del tessuto adiposo sono state analizzate mediante esami istologici. Da questi è emersa una significativa riduzione della dimensione degli adipociti dei gruppi di topi con diete arricchite di latte (gruppi I, II, III) e un relativo aumento della idrolisi dei trigliceridi, maggiore anche del gruppo controllo.
Tutti i risultati sopra menzionati sono stati particolarmente evidenti nelle diete arricchite con latte di capra alimentata al pascolo o con integrazione di Acacia farnesiana. Il motivo di questa differenza sta nell’abbondanza di polifenoli, MUFA e PUFA in questi tipi di latte, che si è manifestata negli effetti metabolici indotti dalle rispettive diete.

Gli effetti benefici del latte di capra sul profilo metabolico dei topi, nonostante il consumo cronico di una dieta ad alto contenuto energetico, indicano che il latte di capra contiene particolari molecole in grado di modulare il metabolismo e le vie infiammatorie di diversi organi. Pertanto, l’impiego di latte di capra, o più in generale, di latte di animali allevati al pascolo, può essere considerato una strategia non farmacologica per migliorare le alterazioni metaboliche indotte da una dieta ad alto contenuto lipidico.

In conclusione gli autori si sono chiesti:

Per poter ottenere gli stessi effetti metabolici positivi che sono stati osservati nei topi, quale dovrebbe essere il consumo giornaliero per un adulto medio del peso di circa 60 kg?

Applicando il metodo basato sul calcolo della superficie corporea è stato stimato che la dose equivalente corrisponde a 1,4 – 2,8 bicchieri (250 ml per bicchiere/giorno) di latte fresco di capra al giorno.

È importante sottolineare che il latte consumato non deve essere privo di grassi perché è proprio nella frazione lipidica che sono presenti le sostanze responsabili degli effetti positivi sulla salute. Quindi, nell’acquisto di latte e derivati la scelta non deve essere orientata verso un prodotto più magro o sgrassato ma andrebbero preferiti alimenti provenienti da allevamenti estensivi o quantomeno in grado di garantire un’alimentazione adeguata agli animali.

di Piera Iommelli

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