La Fastuca Fest dedicata al pistacchio di Raffadali

pistacchio di Raffadali

Si è conclusa da pochi giorni la manifestazione Fastuca Fest, con un omaggio al Pistacchio di Raffadali DOP

Una lunga storia, quella del Pistacchio di Raffadali, originario dell’Asia Centrale è arrivato qui con gli arabi tra il IX e l’XI secolo, è oggi un’unicità del territorio, valorizzato da Giuseppe Colletto nella sua pizza That’s Amore.
Il Pistacchio di Raffadali DOP è un pistacchio particolarmente dolce e ricco di olio; caratterizzato dalla forma allungata e da una splendida tonalità di verde, a colpire è soprattutto la nota di dolcezza, gradevole al palato e non stucchevole. Questa sua unicità lo rende ideale per essere utilizzato in pasticceria e negli insaccati a cui dona una nota distintiva che li fa apprezzare da tutti.
Il pistacchio di Raffadali D.O.P. è originario delle zone aride dell’Asia centrale: furono gli Arabi ad intraprendere la coltivazione nel IX-XI secolo in Sicilia, diffondendola nei terreni poco profondi e calcarei nelle aree interne collinari.
Considerato che non si ha alcuna notizia storica della presenza del pistacchio nel territorio etneo fino al XVIII secolo, si può ritenere che la prima diffusione in Sicilia sia avvenuta proprio nei territori di Agrigento e Caltanissetta, territori peraltro caratterizzati da quei substrati calcarei, differenti da quelli etnei di Bronte, tipicamente di origine vulcanica. Ne consegue che la prima produzione di pistacchio avvenne proprio nell’area agrigentina.

Il pistacchio chiamato dagli Arabi “Frustuq”, nella zona di produzione di Raffadali, ha mantenuto l’originario nome, modificato leggermente da Frustug-Frastuca in Fastuca

I numerosi terreni agricoli censiti nei comuni limitrofi sono coltivati tutt’ora da agricoltori di Raffadali e rientrano nella D.O.P. Pistacchio di Raffadali. Nel corso dei secoli sono state aggiunte centinaia di piante di pistacchio alle già floride piantagioni, dalle quali si ottenevano pistacchi di ottima qualità destinati ai conventi e monasteri di Palermo, Trapani e Agrigento, dove le sapienti mani delle suore, preparavano i dolci per deliziare i palati di baroni e baronesse.
Il pistacchio di Raffadali viene citato nel romanzo “la Banda Sacco” dal maestro Andrea Camilleri, figlio di terra agrigentina. Il romanzo è ambientato a Raffadali e racconta le vicende di una umile famiglia contadina che riesce ad emergere grazie all’abilità del capofamiglia nella coltivazione del pistacchio.
Proprio come nel romanzo di Camilleri il pizzaiolo Giuseppe Colletto, riesce ad emergere nel mondo della pizza, grazie ovviamente al suo impasto, ma anche al Pistacchio, ingrediente principe della sua pizza That’s Amore che è un ode al pistacchio e alla provincia di Agrigento; una pizza che racconta quelle armonie e quei contrasti, che sono propri della Sicilia.
La dolcezza della panure di pistacchio e miele e la sapidità e le acidità del resto degli ingredienti.

Una pizza per i pistacchio lover, come è stata definita

Un capolavoro di estetica e di gusto che oggettivamente ha l’aspetto di un dipinto, coloratissimo, invitantissimo e buonissimo. Ma con l’ulteriore punto di forza che è appunto l’«oro verde» di queste parti, sua maestà il Pistacchio di Raffadali DOP, che trasforma la pizza in un’autentica esperienza.
Un’esperienza che Colletto racconta così: “vuole puntare i riflettori sul territorio, in previsione di Agrigento 2025 capitale della cultura, luogo di pensatori, ma anche di produttori di eccellenze, dal pistacchio alla mandorla ai formaggi, tradizioni millenarie che rendono Agrigento e la sua provincia, uno dei luoghi più golosi della Sicilia”
Continua: “Mi hanno definito il Pirandello degli impasti, ma anche ambasciatore, insieme a tantissimi colleghi, della Sicilia e dei suoi valori.

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