Vino di un Dio minore: il lambrusco "Nebbia e Sabbia".

Tramite un noto social forum ho avuto l’opportunità di conoscere nuovi amici, come gli autori che scrivono su questo magazine, e riallacciare vecchi rapporti con persone che negli anni ho frequentato ma che per logistica, lavoro e scelte di vita ho perso durante il percorso, come Paola, mia ex compagna di scuola superiore che non sentivo né vedevo da 25 anni.
Cosa fai, cosa non fai, scopro che è andata a vivere col marito Michele ed i loro tre figli, Riccardo, Edoardo e Caterina (devo nominarli, sennò potrebbero offendersi e quando torno me la farebbero pagare…!!!) in Liguria, a Cavi di Lavagna.
Ha riaperto il bar storico del paese, il “Bar del Borgo” in via Brigate Partigiane 14, Lavagna.
Mi chiede di organizzare qualche serata insieme e nasce così “la serata piacentina” …. troppo comodo scegliere come tema “la serata ligure”; ho notato che, infatti, chi è in montagna vuole il mare, chi ha i capelli ricci li vuole lisci, chi beve sempre vino fermo amerebbe cambiare con del vino frizzante…. fatto sta che decidiamo di presentare lo gnocco fritto con tagliere di salumi accompagnati con Ortrugo Colli Piacentini (Az. Testori Dante e figli – S.Maria della Versa), Lambrusco Nebbia e Sabbia (Podere Crocetta – Zibello PR) e Gutturnio Colli Piacentini (Az. Testori Dante e Figli).
Avendo parlato precedentemente dell’Ortrugo, racconterò del Lambrusco degustato e molto apprezzato dai clienti, in questa memorabile serata.

Il Nebbia e Sabbia è un I.G.P., indicazione geografica protetta, ossia il disciplinare prevede che almeno una fase del processo produttivo si concretizzi in una determinata zona. Nel caso particolare il comune è Zibello, località Crocetta, su terreni sabbiosi noti fin dall’800 come zone particolarmente vocate e con forti peculiarità.
Il vitigno è il Lambrusco “Maestri” ed è per questo che non può essere un DOC, come il lambrusco “Salamino” (i grappoli ricordano la forma dei salami), il lambrusco di “Sorbara rosso”, il Lambrusco “Reggiano” o il lambrusco “Grasparossa”.
Il Maestri è un vitigno “minore”, che cresceva incolto e spontaneamente ai margini dei campi …. quando hai qualcosa sempre sotto gli occhi e non hai faticato per averla perde importanza, no?
Invece, per quanto mi riguarda, questa bottiglia è un ottimo vino da tavola, leggermente abboccato, beverino (vol. 10,5), sapido e fresco nel contempo.
Ha un sapore pieno, senza essere pesante, la frizzantezza è vivace ma non eccessiva, ti accoglie con delicatezza e finezza.
Ha il giusto equilibrio di zuccheri, che gli permette di farsi bere e ribere senza essere stucchevole e/o stancante.
Bevuto a 8-12 gradi è una bella soddisfazione contro caldo e afa di questa stagione.

Si ha traccia del lambrusco direttamente dai latini, da Virgilio, Catone, Plinio il Vecchio, fino a giungere nel 1700 quando subentra un’importante innovazione, la bottiglia denominata Borgogna, che ha un vetro spesso ed il suo tappo di sughero fermato da spago, per non farlo “saltare” per la rifermentazione degli zuccheri. Fino alla prima metà del ‘900 la spuma era prodotta da una seconda fermentazione in bottiglia. Successivamente, grazie alle nuove tecnologie, aumentata la produzione, le cantine sono passate al metodo Charmat, fermentazione in autoclave.
Negli anni ’60 e per un ventennio, il lambrusco trionfa anche all’estero, coprendo il 50% dei vini importati in America!!!
Tutta questa produzione, però, è andata a discapito della sua qualità, che l’aveva reso così celebre e quindi negli ultimi decenni si è tentato di tornare alle origini, ottenendo un vino meno dolce e più consistente.
Ancora oggi, se all’estero vogliono bere un buon Lambrusco devono venire nel nostro Bel Paese per assaggiarlo, perché quello esportato non è qualitativamente all’altezza di quello che si trova sul nostro territorio!!!!

L’abbondante pruina sulle bucce, un po’ acide è idonea a creare vini frizzanti e dissetanti.
Il vitigno si adatta ad ogni clima e visto che la maturazione è a settembre ama climi freschi e umidi, non teme la nebbia ed il terreno sabbioso crea il giusto drenaggio alla vite.
E’ figlio di un vino minore, o, se vogliamo è un vino di un Dio minore, ma la sua resa è eccezionale!!!

Il Lambrusco Maestri del Podere Crocetta, di proprietà della famiglia Restelli dal 1600, è vinificato in purezza ed il suo colore è dovuto alla presenza tannica nelle bucce.
E’ da bersi giovane per poter gustare appieno la sua vivacità!!
È un vino allegro da convivialità.
Il profumo è fresco, lievemente aspro con note di frutti rossi …. proprio come piace a me!!!

A tavola, la morte sua sono piatti di carne suina, salumi, salsicce, cotechino , zampone, grana …. insomma “cosine” leggere!!! Oppure un cesto di gnocco fritto piacentino con un bel tagliere di affettati (salame coppa, pancetta…) da leccarsi i baffi!!!

Il costo di una bottiglia di questo nettare è di €. 7,00 ….. abbordabile, no!?!

di Isabella Monguzzi
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