Cibo come opportunità: Fondazione Cotarella e la cena dedicata

cibo

Da acerrimo nemico il cibo può diventare un’opportunità di crescita personale e professionale?

Lavorando al fianco delle strutture di ricerca e sanitarie, si possono realizzare percorsi che aiutino i ragazzi ad accettare le proprie fragilità e a credere di più nelle proprie capacità?
Il contatto diretto con la natura, gli orti didattici, i laboratori didattici, le esperienze con gli chef, possono aiutare?

Fondazione Cotarella con la propria attività e grazie anche alla rete di esperti chiamati a collaborare, intende dare una risposta a queste domande, contribuendo concretamente a supportare chi soffre di Disturbi del Comportamento Alimentare, con un’attenzione particolare ai più giovani.

Oggi sono oltre 3 milioni le persone che soffrono di DCA, con un incremento di oltre il 30% registrato negli anni della pandemia. I dati ci dicono anche che si è abbassata l’età di esordio del disturbo, scendendo alla fascia pre-adolescenziale (8-12 anni), e che si è ampliata la sua diffusione tra la popolazione maschile.

Già in occasione dell’ultima edizione di Identità Milano di gennaio scorso, Fondazione Cotarella aveva proposto di “rivoluzionare” la prospettiva con i tanti appuntamenti di “Golosi di Identità”, proprio per richiamare l’attenzione su cosa ci sia dietro a un difficile rapporto con il cibo, alla faticosa ricerca dell’equilibrio, al bisogno di dare senso alle nostre scelte importanti e di tutti i giorni.

Il tema dei disturbi del comportamento alimentare merita una maggiore attenzione. -spiegano Dominga, Marta ed Enrica Cotarella, insieme al Direttore della Fondazione, Ruggero Parrotto– I giovani, le famiglie, il mondo della scuola, quello del lavoro, sono tanti i soggetti e le realtà che ogni giorno sono chiamati a mettersi in gioco, che chiedono aiuto, che vogliono fare la propria parte, che possono offrire una prospettiva, una speranza di potercela fare, una opportunità di riscatto. L’obiettivo di Fondazione Cotarella -proseguono- è quello di creare le condizioni perché i giovani che hanno un approccio difficile con il cibo possano essere aiutati a convivere con questo problema, allenandosi a guardare oltre e a fare del cibo stesso uno strumento per rimettersi in gioco, un alleato per ripartire, per trovare una prospettiva personale e professionale. In molti condividono questa visione e sono al fianco di Fondazione Cotarella  nell’accompagnare i pazienti e le loro famiglie. Anche il mondo dell’alta ristorazione può fare la sua parte. -concludono- Perché dietro un grande piatto c’è impegno, lavoro, creatività, sacrificio, qualità. E c’è una grande attenzione alle materie prime, a chi le produce, a chi le sceglie, a chi dedica la propria vita al rispetto dell’ambiente e della natura. Grazie a tanti professionisti, sensibili e attenti, abbiamo pensato che potrà essere utile consolidare e accrescere la rete di relazioni che dal territorio arrivano alla tavola, favorendo un nuovo modo di rapportarsi al cibo, più sostenibile e più consapevole.”

Tra i compagni di viaggio di Fondazione Cotarella anche gli chef Andrea Aprea, chef e patron dell’omonimo ristorante di Milano, una stella Michelin, Enrico e Roberto Cerea, del ristorante  Da Vittorio, tre stelle Michelin, l’ideatore della cucina POP Davide Oldani, chef e patron del ristorante D’O, due stelle Michelin e Guido Paternollo, apprezzato chef del Pellico 3, il ristorante del Park Hyatt di Milano.

Saranno proprio loro i protagonisti della cena di solidarietà in programma giovedì 2 marzo (orario unico ore 20,00) all’Hub Identità Golose Milano, in via Romagnosi, 3 nel capoluogo lombardo, organizzata da Fondazione Cotarella, in collaborazione con Identità Golose, con l’obiettivo di raccogliere fondi finalizzati alla realizzazione di progetti di formazione, creatività e opportunità professionali nel mondo del cibo di qualità, rivolti in particolare ai tanti giovani che stanno affrontando la battaglia contro i DCA. Ciascuno degli chef preparerà una portata delle quattro previste dal menù, a cui si aggiunge un’entrée, il tutto abbinato ai vini Famiglia Cotarella.

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