Garagnani incontro la Cooperazione della pesca

Garagnani incontro la Cooperazione della pesca

Garagnani incontro la Cooperazione della pesca

“Ho scelto di candidarmi alle elezioni europee per essere un punto di riferimento a Bruxelles anche per le imprese della pesca e dell’acquacoltura.

Le filiere produttive dei nostri territori, come quelle della Sacca di Goro, di Porto Tolle e di Chioggia, delle marinerie romagnole, sono finite sotto attacco a causa di un falso ambientalismo che non ha nulla a che vedere con il rispetto del mare”.

Parole di Guglielmo Garagnani, imprenditore agricolo e candidato alle elezioni europee per Fratelli d’Italia (circoscrizione Nord-Orientale).

“Durante l’ultima legislatura europea abbiamo assistito a un vero attacco al settore ittico.

Se non si interverrà immediatamente, porterà allo smantellamento della filiera entro il prossimo mandato.

Serve un’alleanza tra agricoltura e pesca che sventi questo assalto alle attività produttive.

Nel solco di quanto il Governo italiano sta già facendo, ad esempio con il no all’installazione delle telecamere a bordo dei pescherecci”.

I segnali, secondo l’imprenditore agricolo, sono preoccupanti.

“La flotta dei pescherecci italiani ha un’età media di oltre 30 anni e si è ridotta di oltre il 20% negli ultimi 10, mentre i giorni di pesca addirittura del 30%.

Numeri che farebbero suonare l’allarme ma a cui l’UE ha risposto con ulteriori vincoli, dal divieto della pesca a fondo mobile alla riduzione delle aree di pesca”.

Per Garagnani “è fondamentale che pescatori e acquacoltori abbiano una propria voce in UE che sventi ulteriori attacchi alla filiera.

Soprattutto, porti sul tavolo le necessità del settore, a partire dalla riduzione del costo del carburante, che rende economicamente insostenibili le operazioni di pesca”.

Il tutto, secondo il candidato, “in nome di un ambientalismo ideologico che non vede la realtà.

La flotta europea ha infatti tagliato le sue emissioni di oltre il 50% e appresenta oggi solo lo 0,01% delle emissioni globali”.

Un accanimento che, secondo l’imprenditore agricolo, va sostituito con un atteggiamento di sostegno ai pescatori.

Riconoscendo la loro importanza sia da un punto di vista ambientale che socioeconomico.

“Prendiamo ad esempio l’acquacoltura della Sacca di Goro – spiega Garagnani – una filiera che porta lavoro e benessere in un territorio economicamente svantaggiato e che è un presidio ambientale di fronte all’avanzare di specie aliene come il granchio blu.

Invece che salvaguardare queste imprese e queste famiglie, l’UE nell’ultima legislatura ha messo di continuo i bastoni tra le ruote.

Ad esempio tentando di imporre la taglia minima di 25 mm per le vongole di mare (salvo poi concedere deroghe annuali), nonostante sia risaputo che in Alto Adriatico questa misura è pressoché irraggiungibile.

Proprio grazie anche all’intervento dell’Alleanza Cooperative Pesca, la taglia minima è stata abbassata a 22 mm nelle acque territoriali italiane fino al 31 dicembre 2025, ma occorre impegnarsi affinché questo taglio di 3 mm che salva la produzione dell’Alto Adriatico venga reso definitivo”.

Al centro dell’agenda UE, secondo Garagnani, “deve esserci un sostegno urgente contro minacce come quella del granchio blu, che si sta risvegliando dal letargo invernale e mette in ginocchio gli acquacoltori di Goro, Porto Tolle e Chioggia.

Vanno immediatamente stanziati fondi.

Per sostenere queste imprese e presi provvedimenti forti, come la deroga al divieto di pesca a strascico entro le 3 miglia marine, per impedire che questa specie aliena distrugga le produzioni”.

Ma il settore deve avere più considerazione a Bruxelles in maniera strutturale.

Non solo durante le emergenze: “va istituito un Commissario alla Pesca o, in alternativa, data al Commissario all’Agricoltura una delega specifica.

Solo così la filiera avrà l’attenzione che merita dalle istituzioni europee”.

Supporto che resterà una chimera se nella prossima legislatura la composizione del Parlamento Europeo rimarrà quella di oggi.

“Queste elezioni sono l’ultima speranza per la pesca e l’acquacoltura.

Se lasciamo il potere nelle mani degli ambientalisti radicali dovremo immaginare un futuro senza pesce italiano sulle nostre tavole”.

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