Giornata Mondiale dei Legumi, “Aggiungi un legume a tavola” con Slow Food

Giornata Mondiale dei Legumi, “Aggiungi un legume a tavola” con Slow Food

Il 10 febbraio  si celebra la giornata mondiale dei legumi organizzata dalla Fao, la quale cerca di sensibilizzare le persone sulla loro importanza. Ceci, fagioli. piselli, lenticchie, fave, cicerchie sono tra le fonti proteiche più sostenibili del pianeta: contribuiscono a promuovere la biodiversità, a rendere più fertile il suolo e a ridurne l’erosione.

A partire dal secondo dopoguerra, la ripresa economica ha portato a una crescita esponenziale dei consumi di proteine animali, maggiormente accessibili e disponibili in commercio a prezzi contenuti. La carne ha preso il sopravvento sulle nostre tavole, non più consumata solamente in occasione di feste e celebrazioni.

Così i legumi, considerati “proteine dei poveri”, sono stati dimenticati e spesso destinati a consumi locali o a piccole nicchie. Dovremmo invece tutti tornare ad aumentare il consumo, anche in un ottica di sostenibilità ambientale

Giornata Mondiale dei Legumi, “Aggiungi un legume a tavola” con Slow Food

Per porre l’attenzione su questa scelta, dopo il successo della prima edizione, Slow Food ripropone “Aggiungi un legume a tavola”, l’iniziativa lanciata dall’associazione della Chiocciola e dalla sua rete giovani per celebrare la Giornata mondiale dei legumi promossa dalla Fao, insieme ai cuochi dell’Alleanza Slow Food. Nel mondo, ricorda la rete Slow Beans, ci sono 300 legumi a bordo dell’Arca del Gusto, di cui 124 in Italia, e ben 48 legumi in Italia sono Presìdi Slow Food.

Ad aderire all’appello di Slow Food Italia oltre 150 cuochi dell’Alleanza da ogni regione che il 10 febbraio (ma non solo) inseriranno nei loro menu almeno un piatto a base di legumi, valorizzando quelli meno conosciuti del loro territorio, utilizzando Presìdi Slow Food, oppure riproponendo ricette antiche.

Tra i legumi protagonisti troviamo, ad esempio, il fagiolo zolfino, che il ristorante Il Tirabuscio di Bibbiena (Arezzo) valorizza con una minestra a base di riso gigante Vercelli (altro Presidio Slow Food) , il cece dal solco dritto, di cui Tiziana Favi, cuoca di Namo Ristobottega a Tarquinia, utilizza l’acqua di cottura, per ottenere un’originale maionese vegetale oppure la fava di Carpino, che viene unita a cime di rapa e fave di cacao nella pizza di Vincenzo Florio, cuoco di “Senti che Pizza” a Bari.

 

Scopri qui tutti i cuochi che hanno aderito e il piatto che metteranno in menù il 10 febbraio.

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