“Occorre un’azione di rilancio” del mondo della ristorazione “per consentirgli di assumere in pieno il ruolo di volano per tutto l’agroalimentare italiano, essendo parte integrante della filiera e costituendo il punto di contatto con il consumatore finale”. E questa la sintesi dell’incontro avvenuto tra gli Ambasciatori del Gusto (associazione nata per valorizzare e rafforzare la cultura agroalimentare ed enogastronomica Made in Italy) e il ministro dell’Agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.
“La ristorazione- affermano Alessandro Gilmozzi, presidente Ambasciatori del Gusto e Carlo Cracco (associato-fondatore) non va dimenticata, è immagine del fare impresa italiano, è opportunità di crescita per le future generazioni di professionisti, è lo strumento imprescindibile per valorizzare e difendere la qualità e gli interessi del Made in Italy.
Riforma del lavoro, tax area dedicata, Fondo Ristorazione ma anche No Show, Cashless e un ufficio istituzionale dedicato alle politiche di settore e di filiera” sono le azioni necessarie che, sostiene Ambasciatori del Gusto “dovranno affrontare temi trasversali.
Il contesto normativo che caratterizza il mercato è connotato – sottolinea l’associazione – da limitazioni e iter procedurali particolarmente impattanti per il business delle imprese. Il tema fondamentale è quindi la riforma del lavoro, occorre una concreta revisione del Ccnl anche prefigurando una nuova area dedicata, proprio perché questa settore non risponde alle logiche di mercato cui oggi è paragonato, ad esempio esercizi commerciali generici”.
L’associazione, tra diverse istanze avanzate, richiede inoltre di delineare “nello specifico e con esattezza ciò che è ristorazione e ciò che non lo è, cosa – concludono gli Ambasciatori del Gusto – può realizzarsi anche attraverso la creazione di un registro delle imprese, con regole chiare e condivise, in modo da rappresentare un incubatore di riforme per il rilancio del settore”.