Indagine di Report sugli allevamenti biologici di polli. Sono una truffa! Fileni beccata con le dita nella marmellata.

Dipendenti che uccidono polli perché non  cresciuti; la dicitura Bio che non sarebbe completamente rispettata nei fatti, animali ammassati nei capannoni e non in libertà. 

Sono queste alcune delle accuse che la trasmissione Report , lancia all’azienda Fileni,

Bersaglio dell’inchiesta  è in particolare lo stato degli allevamenti dell’impresa, terza produttrice nazionale nel settore delle carni avicole e al primo posto per le carni bianche da agricoltura biologica. Dallo scorso anno l’azienda si può anche fregiare della certificazione B Corp, che attesta elevati standard di trasparenza, responsabilità e sostenibilità.

Il servizio di Report parte dalle immagini (raccolte all’insaputa degli operai) in un allevamento di Monteroberto (Ancona) gestito da una società che fornisce polli a Fileni.

Qui si vedono operai che girano per il capanno e abbattono i polli tirando il collo . Un ex operaio, che non rende nota la sua identità, spiega  che ogni operatore avrebbe la sua tecnica. È lo stesso ex operaio spiega il motivo per cui questi animali verrebbero uccisi : alcuni polli non sarebbero abbastanza grossi e questo porterebbe problemi alla produzione di Fileni che, secondo Report, multerebbe quelle società che non portano polli abbastanza grandi (sempre secondo la trasmissione, tutti i polli devono raggiungere un’altezza standard perché altrimenti, durante la fase di macellazione, non arriverebbero al taglio del collo, bloccando il processo).

 

Il servizio di Report passa poi alla questione “broiler”, ossia il pollo allevata solo per la produzione di carne e riconoscibile dal petto particolarmente grosso, tanto che spesso, una volta cresciuti, non riescono a rimanere in piedi. La carne Bio Fileni, secondo il tecnico dell’azienda intervistato, Adriano Delzeri, non contempla razze come i polli broiler, ma solo animali a lenta crescita. Secondo Report, tuttavia, recandosi per diversi giorni sul posto dell’allevamento Fileni di Montecappone a Jesi, anche questi polli sarebbero usati per la carne Bio.

Report, proprio raccogliendo le immagini negli allevamenti Bio e mostrando i filmati che sono stati ricevuti dalla onlus Lav, sostiene che la denominazione Bio non sarebbe rispettata da Fileni. La carne Bio, , dovrebbe infatti provenire da animali che spendono un terzo della loro vita all’aperto. Le immagini diffuse da Rai 3 negli allevamenti di questo tipo però non mostrano mai polli all’aperto. I tecnici e gli operai Fileni spiegano che in alcuni casi i polli non sono fuori perché sono destinati al macello o perché, al contrario, troppo piccoli.

Il servizio si conclude concentrandosi sull’impatto ambientale di allevamenti intensivi come quelli di Fileni e sulle proteste nel 2019 dei cittadini di San Lorenzo in Campo, in provincia di Pesaro, nei riguardi dell’azienda, intenzionata ad aprire sul posto un nuovo allevamento.

I cittadini si sono fatti sentire e quello stabile non ottenne il via libera dalla Regione. Report raccoglie le testimonianze di cittadini di Cingoli e di Jesi che sarebbero da anni alle prese con l’odore molesto degli allevamenti, anche a più di un chilometro di distanza. A preoccupare alcuni di questi cittadini è la possibile presenza di ammoniaca nell’aria delle aree circostanti gli allevamenti. Come sottolineato in passato dalla stessa azienda Fileni però, non esisterebbe un limite legale relativo a questo parametro.

 

 

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