La settimana scorsa vi avevamo parlato dell’arrivo in Italia nella catena di locali Hamerica’s della pizza Chicago Style.
Oggi ve ne parliamo un po’ più nel dettaglio.
La Chicago-style pizza o, più semplicemente, “deep-dish pizza”, rispetto ad altri tipi di pizza ha un bordo particolarmente alto e l’interno contiene un ripieno abbondante di pomodoro, formaggio e salsiccia. Questa pizza viene cotta in teglia, motivo per cui da alcuni viene chiamata “deep pan pizza”.
Le origini di questa pizza sono dibattute. Quello che è certo è che il successo della pizza Chicago-style è dovuto a quella che oggi è la catena di fast food Uno Pizzeria & Grill, che ha iniziato a venderla con successo nella seconda metà degli anni Quaranta. Allora Ike Sewell, proprietario della pizzeria Uno, incontrò l’ex calciatore Riz Ricardo, che gli parlò della ricetta e decise di proporla ai suoi clienti.
Altri, invece, sostengono che l’inventore di questa pizza sia stato Rudy Malnati e che il piatto fosse già disponibile nel suo menu dal 1926; ad oggi, il ristorante esiste ancora ed è portato avanti da uno dei suoi discendenti, Saverio Rosati, che ha confermato questa versione. Inoltre il posto si chiama Rosati’s Authentic Chicago Pizza.
La Chicago Style non ha nulla a che vedere sia con la pizza napoletana che con quella romana.
È alta almeno 5 centimetri e l’interno ha una farcitura decisamente abbondante. È come se fosse una torta, infatti viene cotta in teglia. E i tempi di cottura sono molto diversi rispetto alla pizza tradizionale, vanno dai 30 minuti in su.
Da Hamerica’s la Chicago Style rispecchia in pieno la versione oltreoceano: bordo alto e croccante e ripieno mozzarella, salsa di pomodoro, salsiccia e salame piccante, che in Usa chiamano “pepperoni”. Un tocco di spezie rende la salsa leggermente diversa da quella delle nostre pizze.
Insomma: per chi ha la “fortuna” di trovarsi in una della città della catena Hamerica’s il consiglio è quello di provare questa pizza senza paraocchi e con la consapevolezza di non aspettarsi la “solita” pizza.
Perché, come si dice, “il mondo è bello perché è vario”