President di Pompei :lo Sceicco innamorato della cucina dello Chef Paolo Gramaglia
- Giustino Catalano
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Sembra il finale di una favola a lieto fine e senza morale alcuna quella che in questi giorni sta vivendo lo Chef Stellato Paolo Gramaglia patron e resident Chef de Il President di Pompei – una stella Michelin.
Dopo numerosissimi suoi viaggi a Dubai e Abu Dhabi dove l’eclettico e coltissimo chef pompeiano ha avuto modo di incantare in importanti cene di gala internazionali numerosissimi ospiti, come il più bello dei premi inattesi, Paolo Gramaglia si è visto onorare delle attenzioni dello Sceicco di Abu Dhabi.
Infatti questi, innamoratosi della sua cucina, ha inviato il suo personal executive chef Dory El Tahchi affinché apprendesse tutti i piatti e li potesse riproporre a sua eccellenza ogni qualvolta lo desiderasse.
L’episodio, che occuperà lo chef Gramaglia per giorni di serratissimo stage tra professionisti di alto rango, ha una sua valenza di particolare spessore per il rango e la parentela che lo Sceicco ha nella penisola araba.
Difatti Sua Altezza Reale Monsur bin Zayed Al Nahyan è figlio del Sultano Al Nahyan e fratello del Presidente degli Emirati Arabi Uniti Khaifa bin Zayed Al Nahayan.
“L’emozione per una simile scelta è grande – ha dichiarato lo chef Paolo Gramaglia – è lo è ancor di più perché, in un certo qual senso, ritrasferiamo parte della cucina appresa dalle genti moresche che hanno vissuto per secoli su queste nostre coste rielaborata dalla nostra cultura italica.
E’ come se anche in campo culinario la grande e splendida Pompei risorgesse ancor più bella di prima”.
Di formazione classica sono approdato al cibo per testa e per gola sin dall’infanzia. Un giorno, poi, a diciannove anni è scattata una molla improvvisa e mi sono ritrovato sempre con maggior impegno a provare prodotti, ad approfondire argomenti e categorie merceologiche, a conoscere produttori e ristoratori.
Da questo mondo ho appreso molte cose ma più di ogni altra che esiste il cibo di qualità e il cibo spazzatura e che il secondo spesso si mistifica fin troppo bene nel primo.
Infinitamente curioso cerco sempre qualcosa che mi dia quell’emozione che il cibo dovrebbe dare ad ognuno di noi, quel concetto o idea che dovrebbe essere ben leggibile dietro ogni piatto, quella produzione ormai dimenticata o sconosciuta.
Quando ho immaginato questo sito non l’ho pensato per soddisfare un mio desiderio di visibilità ma per creare un contenitore di idee dove tutti coloro che avevano piacere di parteciparvi potessero apportare, secondo le proprie possibilità e conoscenze, un contributo alla conoscenza del cibo. Spero di esservi riuscito.
Il mio è un viaggio continuo che ho consapevolezza non terminerà mai. Ma è il viaggio più bello che potessi fare.