Pomodoro di Puglia, presentato il disciplinare DOP

Pomodoro di Puglia, presentato il disciplinare DOP

Continua il percorso per il riconoscimento del marchio DOP al “Pomodoro di Puglia”, con la presentazione pubblica del disciplinare per la valorizzazione del pomodoro ed il rilancio dell’economia foggiana

Il 40% del pomodoro italiano viene proprio in Capitanata che da sola produce il 90% del pomodoro lungo. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in relazione alla presentazione del disciplinare della ‘DOP Pomodoro di Puglia’ presso la sala consiliare della Camera di Commercio di Foggia.

“Con il rincaro dei costi energetici che si è trasferito a valanga sui costi di produzione, quest’anno produrre un ettaro di pomodoro lungo è costato agli agricoltori in media 3.500 euro in più, mentre allo scaffale si paga più la bottiglia che il pomodoro. E’ vitale che venga riconosciuto il giusto prezzo al prodotto ed il corretto valore dato dall’origine in etichetta per salvaguardare i produttori ed i consumatori, con il marchio comunitario DOP che rappresenta un plus in termini di distintività” afferma Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.

La siccità e gli eventi estremi di questo ultimo anno si sono aggiunti al caro gasolio e al rialzo esponenziale dei costi di produzione, con il risultato che – sottolinea la Coldiretti Puglia – gli agricoltori hanno dovuto dire addio quest’anno in Puglia a 1 bottiglia di passata di pomodoro su 5.

 

I dati di produzione

La Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro all’interno di una filiera del Sud Italia, riferisce Coldiretti Foggia sulla base dello studio commissionato all’Università di Foggia, con 15.527.500 quintali di pomodoro da industria su una superficie di 17.170 ettari prodotti in Puglia, mentre in Campania vengono prodotti 2.490.080 quintali su una superficie di 3.976 ettari.

La provincia di Foggia è leader indiscussa del mercato e rappresenta il maggiore bacino di produzione nazionale – insiste Coldiretti Foggia – con una superficie media annua di 15.000 ettari e con una produzione di pomodoro da industria che si aggira intorno ai 14.250.000 quintali (1,4 milioni di tonnellate).

E’ a tutti nota la posizione di Coldiretti sull’importanza dell’origine del prodotto agricolo alla base dei cibi trasformati che arrivano sulle tavole dei consumatori, per cui numerose sono state le battaglie per arrivare all’etichettatura certa dell’origine dei prodotti agroalimentari.

 

I marchi europei

D.O.P. e I.G.P. sono marchi europei che identificano – spiega Coldiretti Puglia – prodotti che possiedono caratteristiche peculiari, legate da origini storiche al determinato territorio indicato nella denominazione, e dalla accurata e precisa applicazione di un disciplinare di produzione. Di scelta del Ministero delle Politiche Agricole l’area delimitata e la nomenclatura, basate su comprovata ricostruzione storica che i consorzi di valorizzazione devono documentare.

Per i prodotti DOP è previsto che tutto il processo produttivo avvenga nell’area delimitata dal disciplinare di produzione, trasformazione e confezionamento inclusi, mentre per le produzioni IGP invece non esistono gli stessi vincoli – conclude Coldiretti Puglia – in particolare nessun obbligo di utilizzare i prodotti agricoli del territorio al quale la IGP si ispira.

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