2 famiglie, 4 fratelli, 8 mani. I Roscioli incontrano i Salvo. Il 24 novembre a Roma finisce pari!

blank

Riportiamo con piacere il Comunicato Stampa della Condotta Slow Food Taburno Valle Caudina.

Domenica 24 novembre dalle ore 18.30, a Roma, tra Via dei Giubbonari e Via dei Chiavari, Francesco e Salvatore Salvo saranno ospiti di Alessandro e Pierluigi Roscioli.
Una famiglia storica di pizzaioli di S. Giorgio a Cremano (NA) incontra una famiglia storica di fornai di Roma.
L’evento dal suggestivo titolo “8 mani” si svolgerà in strada tra l’Antico Forno e la Vineria Roscioli dove si potranno assaggiare le pizze di Francesco e Salvatore Salvo, la tartare di Fassona piemontese di Cazzamali, la porchetta di Annibale, la mozzarella del Consorzio della Mozzarella di Bufala Campana DOP, il Parmigiano Reggiano Onesto e la nuova birra Federica prodotta dal birrificio artigianale Olmaia in anteprima assoluta. In ulteriore abbinamento acqua Ferrarelle ed una selezione di vini proposta da Cristiana Lauro che si muoverà tra calici di Guido Berlucchi, Cusumano e Tramin.
L’occasione sarà “anteprima nazionale” anche per i crocchè che per la prima volta saranno fatti e serviti con le patate interrate del Taburno.
Il progetto di sostegno della Comunità del cibo della patata interrata del Taburno è stato fortemente voluto e sorretto da Francesco e Salvatore Salvo, i quali hanno acquistato con un anno di anticipo l’intera produzione pagandola ad un prezzo doppio rispetto a quello di mercato.
L’accordo stilato tra la Condotta Slow Food Taburno – Valle Caudina e i fratelli Salvo ha consentito non solo il sostegno della produzione ma l’avvio di un percorso di restituzione di dignità e consapevolezza ai contadini.
Sarà presente per la Condotta Giustino Catalana, tra gli artefici dell’accordo che, a chi avrà piacere, illustrerà il progetto e le caratteristiche della patata interrata del Taburno.
L’intero ricavato dell’evento sarà devoluto in beneficenza per il progetto “Cibo libero” ideato da Elisia Menduni.
“Cibo Libero” è un progetto che mira a creare all’interno del carcere femminile di Rebibbia un’azienda agricola e un caseificio che veda protagonista le donne recluse con l’obiettivo di creare nuove professionalità e prospettive e un mercato per una produzione che sarà sicuramente d’eccellenza.
2 famiglie, 4 fratelli, 8 mani!
L’invito a non mancare è rivolto a tutti. Romani e non.

La Redazione

[slideshow_deploy id=’5572′]

Lascia un commento

Inizia a digitare per vedere i post che stai cercando.