Domattina un genovese si sveglierà e rinascerà il dilemma: briosche o figassetta?

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Recentemente un quotidiano locale ha pubblicato due inchieste sulle abitudini genovesi del modo di fare colazione al bar la mattina.

Sotto la lente di ingrandimento sono così finiti due protagonisti indiscussi della colazione mattutina quotidiana: la brioche o croissant (semplice o ripiena con marmellata o crema) e, dalla più antica tradizione genovese, la striscia di focaccia  detta anche “figassetta”.

L’una rappresentante della fazione del “dolce” e l’altra del “salato”.

Le inchieste hanno sollecitato tifo, plausi e critiche anche feroci da entrambe le parti e la diatriba che si è aperta in difesa o contro l’uno o l’altro, ha coinvolto non soltanto i consumatori ma si è allargata ai commercianti, ai titolari dei bar ed alle pasticcerie o forni produttori e distributori, scatenando ire e gioie, prese di posizione e chiamate in causa di terzi.

La colazione mattutina è notoriamente caldeggiata dai dietisti e professionisti dell’alimentazione, oltre che rientrare nelle buone pratiche di una alimentazione salutistica e consapevole per l’apporto di calorie, proteine e vitamine giornaliere il cui consumo è il carburante di cui tutti noi necessitiamo per affrontare la giornata.

Ma da qua a scatenare un gran bailamme ce ne corre.

La maggior parte dei bar genovesi offre quasi esclusivamente brioches surgelate, a volte affiancate da altri prodotti di pasticceria sempre surgelata o preconfezionata, insieme alla classica striscia di focaccia sia semplice, sia con la cipolla o il rosmarino.

Fin qui tutto bene se non fosse che il prodotto surgelato o preconfezionato, per la sua natura di prodotto industriale, viene realizzato con l’uso di agenti chimici lievitanti, acidi grassi e/o vegetali di dubbia provenienza,  olio di palma, eccipienti, conservanti e  miglioratori del sapore che bene non fanno certamente alla nostra salute, nonostante rientrino nei limiti di legge.

Dalle inchieste del quotidiano genovese viene fuori un panorama deludente sulla qualità dei prodotti venduti, che fa  riflettere sulla reale genuinità dei  prodotti consumati per  “carburazione del corpo” – che non dovrebbe mai essere messa in discussione – con la classica colazione al bar.

Meglio sarebbe, sotto tutti i punti di vista, consumare una sana e più genuina colazione casalinga a base di pane o fette biscottate e confetture (possibilmente biologiche), integrata da frutta e bevande più naturali come il latte, il the o succhi diversi.

Discorso a parte per … “a fugassa”… che se non siete esperti cuochi fai date preparandola a casa, o la prendete al bar, fredda e striminzita o la acquistate al forno sotto casa.

La migliore focaccia di Genova, quella classica con i buchi grandi, unta e salata, il bordo e la superficie croccanti, ma al centro morbida ed elastica, si mangia nei forni, facendo bene attenzione alla scelta del forno stesso e mettendo in conto di doversi spostare per la ricerca di un forno più valido o di una focaccia degna di essere gustata.

Sempre più spesso, infatti, l’impasto viene realizzato con farine industriali, di quelle che contengono miglioratori della lievitazione e integratori di sapidità e lo stesso ingrediente principe, l’olio extra vergine di oliva (il taggiasco o il levantino), spesso viene sostituito con olio diverso, non proprio ottenuto da spremitura di olive nostrane quando non, addirittura, olio di provenienza estera e/ ottenuto da semi di cereali.

Il tutto viene poi mascherato da una abbondante spennellata sulla superficie, da una dose generosa di sale grosso (industriale anche quello) e, per i più furbi, da un passaggio veloce al forno per dare quella sensazione di prodotto appena sfornato…

di Salvo Schiavone

 
 

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