Granchio blu: ma come è arrivato da noi?

Granchio blu: ma come è arrivato da noi?

Molti penseranno che l’invasione di questa specie voracissima di molluschi che sta arrecando gravi danni al nostro sistema sia colpa di qualche amante degli animali che se ne è liberato trasferendoli dal proprio acquario nel mare vicino casa.

Nulla di più sbagliato!

La colpa è delle grandi navi commerciali e in particolare delle cosiddette “acque di zavorra”.

Ma per gradi.

Il granchio blu (Callinectes sapidus), originario degli Stati Uniti, è diventato una specie invasiva nel Mediterraneo, trasportato attraverso le acque di zavorra delle navi.

Questo crostaceo si è adattato bene alle acque riscaldate del Mediterraneo, trovando un habitat ideale a causa dell’assenza di predatori naturali come tartarughe, polpi e alcuni pesci e uccelli.

Le regioni italiane più colpite dalla presenza del granchio blu includono il Veneto, il Lazio, l’Emilia-Romagna e la Toscana.

La specie è nota per essere particolarmente vorace, causando danni significativi agli allevamenti di vongole e molluschi. Di conseguenza, il governo italiano ha pianificato investimenti per contenere la proliferazione di questa specie¹.

A livello globale, le specie invasive come il granchio blu sono tra le principali cause di perdita di biodiversità e possono portare all’estinzione di piante e animali.

Il rapporto IPBES ha identificato oltre 37.000 specie aliene, di cui 3.500 sono classificate come invasive e rappresentano una seria minaccia per gli ecosistemi.

Le acque di zavorra delle navi sono fondamentali per la stabilità e la sicurezza delle imbarcazioni durante la navigazione.

Queste acque vengono caricate nei serbatoi delle navi per bilanciare il peso e mantenere l’assetto corretto, soprattutto durante il carico e lo scarico delle merci, in condizioni di mare agitato o quando si verificano variazioni di peso a bordo.

Tuttavia, le acque di zavorra possono anche rappresentare un rischio ecologico significativo.

Durante le operazioni di carico e scarico, possono essere trasferite specie marine invasive da un ecosistema all’altro. Queste specie, una volta introdotte in un nuovo ambiente, possono sopravvivere e riprodursi, diventando invasive e causando squilibri negli ecosistemi marini locali.

Per mitigare questi rischi, sono state sviluppate convenzioni internazionali e normative specifiche, come la Ballast Water Management Convention (BWMC), che richiedono alle navi di gestire e trattare le acque di zavorra in modo da minimizzare il trasferimento di organismi nocivi.

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