Papà, l'orto giardino e la vellutata di scarti di carciofi.

« Tutto è santo e l’intera Natura appare innaturale ai nostri occhi. Quando tutto ti sembrerà normale della natura, tutto allora sarà finito! »  – 
Chirone  al piccolo Giasone   Medea – tragedia di Euripide

 

Caro papà, avevi ragione tu e ora che vorrei dirtelo non ci sei più. Quando venisti a vedere la casa che avevamo comprato, e tu stavi già molto male, ricordo che  uscisti in  giardino e  dicesti: “Qui potete fare un bel po’ di patate e mettere qualche albero da frutta”.

Sorrisi pensando che le tue origini contadine stridevano con la modernità, con quel posto di casette col prato all’inglese e con la mia ambizione di avere fiori in ogni angolo per ogni stagione .

Ambizione e ottica così limitate ! …ora lo so che un fiore di rosa non è più nobile di quello di uno zucchino .

Ieri è venuta a trovarmi una nonna con i suoi nipotini. Il maschietto , guardando il mio orto-giardino ha esclamato: “ma è una foresta!”

Ho sorriso pensando ai primi anni in cui curavo il prato inglese andando ad eliminare ogni virgulto di gramigna.

Da quando il mio giardino è diventato anche un orto ed è diventato questo caos, mi sento più in armonia col mondo.

Sembra un’affermazione forte, ma l’orto-giardino ha a che fare con il senso del mio stare al mondo. Non in senso stretto, ma perché il mio percorso di crescita personale mi ha portato fin qui.

Nonostante la mia autoproduzione non sia autosufficienza al 100%, ho già conquistato un bel margine di salute e libertà. Salute per quanto riguarda i prodotti del mio orto, totalmente biologici, non trattati  e accuditi amorevolmente e la mia serenità.

Libertà rispetto all’aver smesso di essere bisognosa di ogni genere alimentare e quindi cliente quotidiana del supermercato

La pratica dell’orto, in quattro anni ha rafforzato la mia passione del cucinare e inventare piatti con gli ortaggi che stagionalmente l’orto mi offre, non a chilometro zero, ma a “cinque passi mani in terra!” J

Mi sento nel ciclo della vita, anche perché il “prendere” dalla terra è bilanciato dal “restituire” alla terra.  Gli scarti organici finiscono nel compost che a sua volta nutrirà la terra.  Inoltre, le mie energie sono volte a ripristinare una biodiversità che permette alla natura di crescere rigogliosa e nel contempo di nutrirmi.

Quando si passa del tempo a seminare in cassette e poi a trapiantare e poi ad innaffiare; quando si vedono crescere le piantine che mano a mano diventano robuste, quando queste  mettono fiori di cui son ghiotti gli insetti  e poi frutti  che man mano diventano maturi e colorati, ci si affeziona a quegli ortaggi, a  quelle erbe, a quei frutti, a quel pezzo di verde  che diviene uno spazio per l’anima col valore aggiunto del miracolo della nascita e della crescita. Noi  elargiamo tempo ed energie e la Natura ci ripaga con fiori, frutti e semi  in abbondanza. Frutti che poi mangeremo per avere nuove energie da dedicare alla Terra  che torneremo a seminare.

“Vedi, papà, ora è tutto un orto-giardino ed in mezzo ai fiori, ci sono tanti ortaggi e non solo le patate. E ora tutto ciò che nasce e cresce mi sembra un miracolo”

… e come non santificare al meglio recuperando  anche gli scarti stessi di quegli ortaggi?

Ci si lega così tanto alla terra che ogni parte della pianta merita d’essere onorata.

I baccelli di pisello, per esempio  possono insaporire una minestra, le bucce delle patate  possono diventare delle chips.

Con le foglie del sedano si può fare una crema da spalmare su crostini come aperitivo: basta tritare le foglie aggiungere prezzemolo, qualche gheriglio di noce, caprino , sale e olio evo .

Con le foglie esterne del carciofo  si ottiene una meravigliosa  vellutata ed ecco la ricetta.

Vellutata di scarti di carciofo

Ingredienti (per 4 persone):

i petali (brattee) scartati di 7/10  carciofi

3 patate

uno spicchio d’aglio

acqua

sale

prezzemolo

Pane raffermo per i crostini

Preparazione :

Cuocere i petali dei carciofi in poca acqua in una pentola coperta o in pentola a pressione.

A cottura ultimata, passare col passaverdure.

Raccogliere la purea di carciofo in una pentola, aggiungere acqua, sale e le 3 patate tagliate a tocchetti.

Far cuocere, poi frullare col minipimer.

Aggiungere un piccolo spicchio d’aglio, a crudo, usando uno schiaccia aglio.

Spolverare di prezzemolo tagliato con le forbici.

Fare tocchetti di pane raffermo e passarli nell’olio evo in padella.

Servire la vellutata e i crostini ben caldi

di Assunta Ronco

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