Quel genio di Pipero!

“Al Rex” mi ha sempre fatto, istintivamente, pensare al transatlantico di felliniana memoria; e così l’arredamento in legno stile anni ’50 dei corridoi dell’hotel (inserito in un palazzo del 1700) altro non ha fatto che confermare l’impressione retrò che si era insinuata nella mia mente.

“Il Ristorante?” chiedo alla ragazza al bancone della reception. “Qua a destra”

Si fanno pochi metri per arrivare a quelle due mastodontiche porte a vetri (che qualcuno della sala è sempre pronto ad aprirti) per entrare in un altro mondo!

Atto Primo – Il locale e il Genius Loci
Tanto la zona hotel è luminosa, piccola e “datata”, quanto la sala è ampia, alta, scura e buia, quasi austera.
E metterebbe forse quasi soggezione se ad accoglierti non ci fosse lui, impeccabile come tutti nel suo completo nero, scarpe nere, camicia bianca e cravatta a pois: Alessandro Pipero.
Dotato della più potente arma di seduzione che noi uomini non proprio “adoni” possediamo: un sorriso immediato, e sincero.

L’ambiente è grande, dominato dal colore nero, avvolgente, sensuale.
Sei tavoli, poltroncine in pelle, legno per pavimento, un altissimo soffitto a cassettoni con un paio di enormi lampadari moderni, e un grande caminetto pieno di libri e distillati; al banco bar eventuali avventori singoli e sbadati come me vengono comunque accolti.
Alle spalle del bancone con un grande specchio inizi ‘900 ispira a fare scatti un po’ furbetti, con l’autore che giova a sembrate separato dalla zona con i tavoli, pur essendoci in realtà all’interno.
A sinistra del bancone, ancora una sorpresa, un altro contrasto: al di là della porta a vetri scorrevole, la piccola ma efficiente ed attrezzatissima cucina: il regno di Luciano Monosilio (e della sua allegra brigata).

Ne ha fatta di strada Alessandro Pipero, il “ragazzo terribile” dei Castelli Romani dalle prime esperienze nella natìa Albano (all’inizio con Danilo Ciavattini, poi con Roy Caceres e infine con il giovanissimo, geniale Luciano Monosilio, che l’ha poi seguito al “Rex”).
Un percorso che ha ispirato l’idea della mitica “carbonara a peso” (che adesso è nella porzione standard da 101 grammi di pasta Cavalier Cocco – Fara San Martino) fino al riconoscimento della Stella Michelin!
Complimenti sinceri a chi ti fa sentire a tuo agio, sia che tu arrivi con la “grisaglia d’ordinanza” o abito pret-à-porter, che in jeans e maglietta sportiva.

Atto Secondo -La cena
La voglia era ovviamente per la strepitosa carbonara (solo tuorlo di “uova buone”, guanciale marchigiano, 50-50 di parmigiano e pecorino, ed una leggera macinata di pepe nero: probabilmente la migliore di Roma, e quindi del mondo!).
Ma il Maitre più simpatico che c’è (…alla fine siamo tutti camerieri!!! – la frase che troneggia sulla sua simpaticissima pagina Facebook) non vuol perdere l’occasione di introdurre alcune delle sue coccole, e il desinare va così:

– lardo di patanegra e mosto cotto: indimenticabile!
– cialde di maiale croccanti, crema di olio e yogurt, germogli: intriganti.
– marshmallow di latte, parmigiano, nocciola e arancio: delicate.
– palline verdi di formaggio erborinato e patate chips: interessanti.
– ferratelle ai fegatini, gel di moscato e fiori: ottime.

In abbinamento: birra artigianale abruzzese “Anita blond” – birrificio Leardi diPescara, veramente un ottimo prodotto.

Si arriva finalmente alla mitica carbonara 101 grammi.
Che dire? Consistenza perfetta, cremosità unica, quantità, qualità, sapore e cottura del guanciale perfetti, pepe presente ma non sovrastante: equilibrio perfetto. All’inizio sembra tanta, confesso che alla fine un altro piatto sarebbe stato fortemente desiderato…

In abbinamento: Champagne Michel Lenique – etichetta personalzzata Pipero al Rex.

Per concludere,
– after eight da bere
– cocomero sale Maldon vino rosso e zucchero di canna
– cracker frizzante di gianduia
– piccola pasticceria
– caffè Lavazza

Vado a casa..sono felice. Grazie Pipero. Geniaccio!

Pipero al Rex
Via Torino, 149
Roma
Tel.06-4815702- Cell.339-7565114
http://www.alessandropipero.com/
piperorex@alessandropipero.com

di Leonardo Capannoli
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