"ShEataly"! A Milano presto prezzi alle stelle.

“Quando la merda acquisterà valore i poveri nasceranno senza culo”!
Ricordo ancora quando, liceale, questa frase campeggiava su un muro vicino la mia scuola con tanto di attribuzione a Carlo Marx.

Di sicuro era frutto di un comunista ormai disilluso sulle speranze di cambiare il mondo e il triste status della classe operaia ma conteneva in se un vaticinio futuro ignoto anche a lui.

Sta di fatto che giorni fa sul sito de Il Giornale ho appreso della vendita di letame in Eataly Smeraldo di Milano.
Un bel barattolo da 750 gr., molto curato nella grafica e nell’aspetto, con il bellissimo nome “Real Shit” (alla lettera “Vera Merda”) venduto alla modica cifra di €. 8,90, ossia €.11,86 al Kg.!!!!

Devo dire che sono rimasto davvero stupito del suo costo anche perchè mi è sembrato alquanto elevato. Da buon nipote di campagnola che continua ostinatamente a vivere in campagna nel bel mezzo di tantissimi campagnoli ho subito telefonato ad un mio amico che alleva vacche.
“Elia sei diventato ricco! Son salite le quotazioni della merda di vacca! Ora va a circa 120 euro il quintale!”
Il mio amico, conoscendomi come un burlone, ha riso sonoramente prima, visto che io lo rassicuravo e gli raccontavo dell’evento, ha trasecolato.
Lui il letame maturo lo vende a circa 10 euro il quintale e se il carico è superiore ai 10 quintali scende anche a 7 al quintale.

Ma, allora, come è possibile?
Forse galline, vacche, cavalli e ovini cagano meglio al nord. Sarà l’aria, la nebbia, quel clima freschetto o quel non so che. Chissà.
Sta di fatto che ci stiamo organizzando per un business di esportazione di cacca su larga scala al nord.

Certo mi immagino la signora di Milano che concima, seguendo attentamente le istruzioni e consigli riportati sul barattolo, i suoi vasi di ciclamini e viole sul balcone. E più di ogni cosa mi immagino le signore vicine che richiamate dai gustosi agricoli effluvi l’indomani correranno ad acquistare il prezioso barattolo.
Meno male che mia nonna è mancata molti anni fa. Non avrebbe retto.

Al di là di ogni scherzo, tanto di cappello a chi ha avuto questa idea e tanto di cappello al sig. Farinetti per aver allocato il prodotto dove forse può aver più presa a causa della scarsità di suoli da coltivare e il dover ripiegare su balconi e terrazzini.
E forse gioca a favore di tale scelta anche il meditar poco sui costi effettivi del prodotto, causati sicuramente dalla sua difficile reperibilità.

Certo è che se facessimo una proporzione tra questo “prodotto” e quelli che mettiamo in tavola i costi che ne risulterebbero spaventerebbero anche la signora milanese che si da al giardinaggio.
Faccio dei brevi esempi . Per fare, ovviamente tale proporzione sposterò il normale prezzo al kg. degli alimenti che indicherò moltiplicandolo per 10 (il prezzo di mercato milanese della cacca) e poi per 100 (il quintale).
Broccoli 100 euro
Riso 450 euro
Caffè 4.000 euro
Pinoli 9.000 euro
Foie Gras 85.000 euro
Caviale Beluga Malossol 900.000 euro

Proviamo con un cibo da ristorante o pizzeria su porzione moltiplicata per 10 (adopererò prezzi praticati mediamente qui al sud)…giusto per avere una misura immediata della proporzione.
Primo piatto da 50 euro a 250 euro
Pizza da 45 a 150 euro
Secondo da 150 a 300 euro
Dolce da 40 a 70 euro
Senza contare che un kg. di pescato fresco o una fiorentina da kg potrebbero costarvi tra i 600 e gli 800 euro.

Cantava De Andrè “… dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”. Si sbagliava.

di Giustino Catalano
Foto copertina presa dalla pagina Facebook di Real Shit (rimovibile a semplice richiesta)

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