Terra Mia: Vini Crifo

Da sempre l’uomo e il vino hanno avuto storie parallele ma negli ultimi anni fare il vignaiolo è divenuto un mestiere d'arte.

 

Da sempre l’uomo e il vino hanno avuto storie parallele ma negli ultimi anni fare il vignaiolo è divenuto un mestiere d’arte.

La nuova consapevolezza del rispetto per la natura e la tutela dell’ambiente impongono al produttore obblighi etici e morali. Oggi più che mai rispettare il ciclo di un ecosistema vitale tra vigna, uomo e territorio significa fare vino secondo natura ed essere custodi di un territorio. Fare vino è un lavoro di passione, sacrificio e attesa. 

Ecco alcuni esempi di produttori di sogni e di vino che abitano i luoghi a me più cari. 

Siamo in Puglia nella suggestiva area geografica della Doc Castel del Monte. Il clima favorevole alla viticultura ed il terreno particolarmente fertile hanno permesso la ricchezza della produzione vitivinicola del luogo.

La Cantina Vini Crifo di Ruvo di Puglia, fondata nel 1960, nasce come cooperativa di vignaioli con l’obiettivo di valorizzare e promuovere le uve del territorio locale. Nel corso degli anni la cantina è cresciuta diventando una delle realtà vinicole più importanti del Mezzogiorno italiano, con oltre 400 soci e produzioni di vino di alta qualità.

Attraverso l’uso di tecniche tradizionali e innovative la cantina si impegna a preservare i valori autentici della terra e della cultura contadina ottenendo successi sia a livello nazionale che internazionale. La sua storia è legata alla tradizione e alla bellezza del territorio pugliese caratterizzato da vigneti coltivati con antiche tecniche agricole e da un clima che conferisce al vino caratteristiche uniche.

 

Da sempre l’uomo e il vino hanno avuto storie parallele ma negli ultimi anni fare il vignaiolo è divenuto un mestiere d'arte.

Da sempre l’uomo e il vino hanno avuto storie parallele ma negli ultimi anni fare il vignaiolo è divenuto un mestiere d’arte.

Viticoltori si nasce o si diventa?

Si nasce e si diventa viticoltori. Si nasce perché si eredita una passione e una tradizione che affonda le radici nel mito e nella storia della nostra terra. Si diventa perché si impara ogni giorno qualcosa di nuovo, si sperimenta, si innova, si collabora tra soci, con tanti professionisti a vari livelli della filiera e anche con altri produttori per migliorare la qualità dei nostri vini.

Secondo voi territorio e filosofia di produzione sono strettamente correlati?Sì, crediamo che il territorio sia il primo elemento che caratterizza i nostri vini. L’Alta Murgia, con il suo clima, il suo suolo, la sua biodiversità, ci offre uve uniche e irripetibili. La nostra filosofia di produzione è quella di rispettare il territorio, coltivando in modo biologico, salvaguardando le varietà autoctone, valorizzando le peculiarità di ogni vigneto.

La prima vendemmia non si scorda mai! La ricordate ancora? Qual è stato il vostro primo vino prodotto? La prima vendemmia è stata nel 1960, quando è nata la nostra cooperativa. Il primo vino in bottiglia prodotto è stato un Castel del Monte DOC Rosso, un vino che racconta la nostra origine e la nostra identità. Naturalmente a base di Nero di Troia.

Si coltiva in biologico e poi in cantina che succede? Come viene trattata l’uva accuratamente allevata?

In cantina, l’uva biologica viene trattata con grande rispetto: pur non avendo a catalogo dei vini biologici, seguiamo i principi dell’enologia naturale e utilizziamo tecnologie che consentono di minimizzare l’impiego di solfiti. Ad esempio siamo stati i primi in Puglia a dotarci di un impianto Kryos per la vinificazione in riduzione. Cerchiamo di preservare il più possibile le caratteristiche organolettiche delle uve, esaltando i profumi, i sapori e i colori dei nostri vini.

Qual è l’etichetta aziendale che più vi rappresenta?

Tra le nostre etichette, quella che più ci rappresenta è Terre del Crifo, una linea di vini che esprime al meglio il legame con quello che i francesi chiamano terroir. Terre del Crifo comprende vini da uve autoctone come il Nero di Troia, il Bombino Bianco, il Bombino Nero e il Pampanuto (noto anche come Verdeca), tutti vini che racchiudono la tipicità e la personalità dell’Alta Murgia.

Diamo i numeri: quanti ettari, quanti ettolitri, quante bottiglie prodotte ad oggi.

Oggi la nostra cooperativa conta oltre 400 soci e oltre 500 ettari di vigneti, distribuiti tra le province di Bari e Barletta-Andria-Trani. Ogni anno produciamo circa 55.000 ettolitri di vino, di cui il 70% viene imbottigliato con il marchio Crifo. Le nostre bottiglie sono circa 4 milioni, di cui il 15% viene esportato in diversi paesi del mondo.

Qual è ad oggi il vostro traguardo più grande? 

Il nostro traguardo più grande è quello di aver creato una realtà cooperativa solida e dinamica, che si fregia della certificazione di Cantina Sostenibile per aver saputo coniugare la tradizione con l’innovazione, la qualità con la sostenibilità, la produzione con la promozione.

Siamo orgogliosi di aver contribuito e di contribuire attivamente allo sviluppo economico e sociale del nostro territorio, valorizzando le sue risorse e le sue potenzialità.

Che rapporto avete con gli altri produttori del vostro territorio? Esistono condivisioni e interessi comuni?

Ci sentiamo parte di un contesto variegato, fatto di Cooperative come la nostra, di imprese familiari e di S.p.a. tuttavia abbiamo un rapporto di collaborazione e di confronto con gli altri produttori del nostro territorio.

Esistono infatti condivisioni e interessi comuni, come la tutela e la valorizzazione delle varietà autoctone, la promozione dell’enoturismo, la partecipazione a fiere, eventi e iniziative di settore che spaziano da un livello locale fino a superare i confini nazionali.

Molte aziende di vino con vigne e cantina si sono organizzate per l’accoglienza e il soggiorno oltre che per visite, tour e assaggi. C’è differenza tra turismo ed enoturismo per voi?

La scelta di raccontare tutto ciò che gira intorno al vino e al servizio offerto a scapito del prodotto è giusta?

Per noi c’è una differenza tra turismo ed enoturismo. Il turismo è una forma di viaggio che ha come scopo la conoscenza di un luogo, la sua cultura, la sua storia, la sua natura. L’enoturismo è una forma di turismo che ha come scopo la conoscenza di un vino, la sua origine, la sua produzione, la sua degustazione. Non crediamo che raccontare tutto ciò che gira intorno al vino e al servizio offerto sia a scapito del prodotto, ma anzi sia un modo per valorizzarlo e farlo apprezzare.

Il vino non è solo una bevanda, ma è anche un’espressione di un territorio, di una storia, di una tradizione, di una passione. Far conoscere questi aspetti ai visitatori è un modo per trasmettere loro il nostro amore per il nostro lavoro e per il nostro vino.

Per qualcuno il futuro del vino comincia dall’etichetta, passando per la comunicazione, la fidelizzazione e l’economia circolare (come la sostenibilità). Quanto sono importanti la divulgazione e l’uso dei social-media per il vostro lavoro? Il digital marketing è una nuova risorsa per il mercato o un costo aziendale in più?  Qual è il futuro del vostro vino?

Per noi il futuro del vino comincia dalla vigna ed entra subito in cantina, luogo in cui ogni giorno respiriamo i valori della sostenibilità e questi permeano tutta la nostra comunicazione, a partire dal design delle etichette fino ai messaggi pubblicitari creati per informare, intrattenere, vendere e, soprattutto, fidelizzare la clientela.

Tanto premesso, mantenere attiva la nostra presenza sui media tradizionali e digitali è indispensabile per raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, per raccontare la nostra storia, i nostri valori, i nostri vini. Vediamo la cura dell’immagine e la comunicazione come un investimento imprescindibile che richiede competenze, tempo e risorse.

Il futuro della nostra cooperativa è quello di continuare a produrre vini di qualità, che rispecchino il nostro territorio, la nostra identità, la nostra visione della sostenibilità. Vini che sappiano conquistare il cuore e il palato dei consumatori, sia in Italia che all’estero.

Si diventa vecchi ma mai quanto una vigna che ci sopravvive. Dove vi trovo tra 20 anni? 

Tra 20 anni saremo ancora qui, nella nostra cantina, a fare quello che amiamo: produrre vini di qualità, con la stessa passione e la stessa dedizione di sempre. Ci scoprirete anzi a guardare verso un futuro più lontano, a cercare di migliorarci, di innovarci, di adattarci ai cambiamenti del mercato e delle esigenze dei consumatori.

Ci vedrete trasmettere il nostro sapere e la nostra esperienza alle nuove generazioni, affinché possano continuare il nostro lavoro con lo stesso spirito e la stessa visione.

Non tutti sanno che…

Forse non tutti sanno che il nostro vino più famoso, il Nero di Troia, ha una leggenda che lo lega alla guerra di Troia. Si narra che Diomede, uno degli eroi greci, dopo aver saccheggiato la città, si sia fermato nella nostra zona e vi abbia piantato dei tralci di vite portati con sé per ricordo.

Si ringrazia per la collaborazione il dott. Emanuele Saccotelli

Da sempre l’uomo e il vino hanno avuto storie parallele ma negli ultimi anni fare il vignaiolo è divenuto un mestiere d'arte.

https://www.crifo.it/

 

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