Pasta Fit? Approfondiamo (2/2)

Pasta Fit

Proseguiamo col nostro approfondimento sul prodotto “pasta fit” e parliamo di pasta proteica e pasta low carb.
Avevamo cominciato a parlarne qui.

La pasta proteica

nasce per fornire un apporto di proteine maggiore rispetto alla pasta tradizionale. Le proteine sono macronutrienti essenziali per il corpo umano, poiché aiutano a mantenere e riparare i tessuti muscolari e sono anche una fonte importante di energia. Per la pasta proteica solitamente si utilizzano proteine derivate da fonti animali, come uova o carne, o da fonti vegetali, come piselli o soia. Questo tipo di pasta è particolarmente utile per gli sportivi o per chi sta seguendo una dieta a base di proteine.

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Paste di legumi (photocredit greenweez)

Uno dei principali vantaggi della pasta proteica è che essa fornisce un apporto maggiore di proteine rispetto alla pasta tradizionale, aiutando così a mantenere e aumentare la massa muscolare. Inoltre, essendo una fonte di proteine a basso contenuto di grassi, la pasta proteica è anche un’ottima opzione per chi sta cercando di perdere peso.

Tuttavia è importante notare che questo tipo di pasta spesso ha un sapore e una consistenza differenti rispetto alla pasta tradizionale e potrebbe non piacere a tutti. E soprattutto ha una capacità di assorbimento inferiore dei sughi rispetto a quella tradizionale

Nell’ambito della pasta proteica distinguiamo le paste nelle quali sono state aggiunte delle proteine da quelle dove le proteine (spesso portatrici anch’esse di carboidrati) sostituiscono una parte dei carboidrati. Alla prima categoria si assoggettano quelle paste dove al nomale glutine (che è la proteina del grano) se ne aggiungono altre a scapito degli amidi. Sono paste altamente performanti e anche particolarmente costose (fino a 20-25 euro kg). Nelle seconde, invece, rientrano le paste dove si toglie parte degli amidi (gli zuccheri del grano – i carboidrati per capirci) e si sostituiscono con farine di leguminose (piselli, ceci, lenticchie rosse, ecc) il cui costo scende a 10-16 euro kg.

La pasta proteica è altamente saziante e in genere la quantità suggerita è di 50 gr in luogo dei normali 90-100 gr. Non è consigliabile un suo uso prolungato se non sotto controllo medico e con analisi di controllo perché come tutti i regimi alimentari iperproteici può causare chetosi che è attività metabolica molto pericolosa per il nostro corpo se protratta per periodi prolungati.

La pasta low carb

è stata sviluppata per soddisfare le esigenze di coloro che cercano di ridurre il loro apporto di carboidrati. I carboidrati sono un macronutriente importante per il corpo umano, ma in grandi quantità possono portare ad aumento di peso e a problemi di salute. La pasta low carb è solitamente realizzata con farine alternative, come quella di mandorle, di semi di lino, o tapioca e altro che hanno un contenuto di carboidrati più basso rispetto alla farina di grano che sostituiscono in parte.

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Tapioca

Uno dei principali vantaggi della pasta low carb è che essa offre una soluzione per coloro che vogliono ridurre il loro apporto di carboidrati a parità di peso di pasta da mangiare o con qualcosina in più.

Inoltre, la pasta low carb può essere un’ottima opzione per chi sta seguendo una dieta a basso indice glicemico o per chi soffre di diabete, poiché i suoi ingredienti a basso contenuto di carboidrati possono aiutare a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. Tuttavia, come la pasta proteica, anche la pasta low carb può avere un sapore e una consistenza differenti rispetto alla pasta tradizionale, e potrebbe non piacere a tutti. Insomma inganniamo la mente ma non sempre il palato.

Anche nella pasta low carb vanno fatte delle differenze tra la pasta dove si è eliminato una parte degli amidi sostituendoli con altre farine anche miscelate tra loro e polisaccaridi come l’inulina e la pasta low carb dove non sono assolutamente presenti gli amidi perché fatta con altre ingredienti che non hanno assolutamente presenti gli amidi del grano. La pasta della prima categoria può arrivare a costare tra i 14 e i 25 euro kg mentre la seconda della quale il miglior rappresentante è il Konjac (una radice giapponese adoperata da tempo immemore per pastificare con un impegno calorico di 10 cal per 100 gr!) la si reperisce sul mercato al costo di 4-5 euro ogni pacchetto da 200 grammi.

La pasta di Konjac se mangiata troppo spesso può causare problemi intestinali ed è sconsigliata a chi soffre di stipsi.

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Konjac

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