Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

Eccovi la quarta (la prima qui) delle presentazioni di quelle cantine che il nostro amico Mariusz Kapczyński ha visitato recentemente a Eger con le note degustative dei loro vini di spicco, tre alla volta. Nella prima, nella seconda e nella terza ci aveva già presentato Lajos Gál, Tamás Sike, Ferenc Tóth, Gróf Buttler, Orsolya Pince, St. Andrea, Kovács Nimrod, la cantina sociale Ostoros-Novaj e il sanguigno József Simon. E siamo già arrivati a 12, cioè 5 in più dei miei magnifici 7 di pochi anni fa.

Adesso c’è anche Zoltán Simkó, questo gigante buono che mi guardava in silenzio quando sull’Eged toccavo con mano e con vera sorpresa la bassa vegetazione della terrazza dove Tibor Gál voleva costruire la sua casa, scorgendovi le stesse piantine della Sardegna. Un silenzio oserei dire complice, perché aveva quella stessa luce negli occhi che contraddistingue chi capisce al volo e condivide subito i buoni sentimenti che s’impossessano improvvisamente degli altri cuori, anche senza capire un’acca della loro lingua. Zoltan è rimasto un uomo così (ma, devo ammetterlo, proprio quello da cui mi farei portare a casa perfino in carriola dopo una sbronza a Eger), infatti non mi stupiscono affatto le valutazioni dei suoi vini secondo i nostri amici “kapka” e Bosak. Ci sono sentimenti e affinità che non hanno confini. Il mondo del vino, a Eger, è anche, anzi no… soprattutto questo.

 

Il traduttore: Rolando Marcodini

 

Eger: presentazioni (4)

L’aspetto enologico di Eger varia in continuazione. Si nota un netto, coerente miglioramento della qualità e si elaborano nuove regole per la produzione del “Sangue di toro”. A Eger attualmente si trovano dei vini davvero pregiati, grandi, oltre a dei valenti vignaioli. Fra le pagine di vinisfera.pl vi presento un’altra galleria di questi vignaioli e delle loro realizzazioni. In questa quarta parte ecco Koporos (Zoltán Simkó), Demeter, József Hagymási.

 

Simkó Kőporos Borászat Eger

3300 Eger, Nagykőporos ut 11

Tel. +36(36)516241, cell. +36(30)9450327

e-mail: koporos@simkoboraszat.hu, sito: www.koporos-eger.hu

Visite: con preavviso, in orario normale, per degustazione e un semplice spuntino; gruppi fino a 50 persone.

Lingue straniere: inglese, tedesco.

Superficie delle vigne: 44 ettari (tra i migliori cru: Sikhegy, Gröber).

Produzione: 100.000 bottiglie, più circa 300 ettolitri sfusi.

Vitigni: kékfrankos, cabernet sauvignon, cabernet franc, merlot, pinot noir, kadarka, kékoportó, blauburger, olaszrizling, leányka, zengő, chardonnay e altri.

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

Zoltán Simkó è uno dei veterani dell’enologia di Eger. È architetto, ma come qualche altro personaggio di queste parti si è legato per puro caso alla vitivinicoltura: nel 1975 ha aiutato il suo futuro suocero a fare il vino in una vigna di un ettaro e da allora non ha più smesso. Però soltanto nel 1993 ha cominciato a occuparsene seriamente, iniziando da 7 ettari circa di vigne proprie. Con il tempo ha più che sestuplicato questa superficie, visto che insieme a lui cresceva anche la fama della sua cantina, tanto che oggi Koporos fornisce il vino, tra gli altri, alla business class delle aviolinee ungheresi Malev. Le cantine Kőporos si trovano sul versante dell’omonima collina, sulla ripida Nagykőporos dove abita anche József Simon e a poca distanza dall’erigenda nuova cantina Gróf Buttler. Questa è una strada particolare, perché di case ce n’è poche, ma da entrambe le parti si affacciano le antiche cantine scavate tutte in fila nel morbido tufo ed è proprio lì che si concentra tutta la vita locale.

In quegli oscuri sotterranei si fa il vino, si conducono trattative, si ricevono gli ospiti (i “propri”, ma anche quelli dei vicini). Il tutto suscita un’impressione un po’ irreale, come se all’improvviso si sia entrati in uno dei fiabeschi “mondi paralleli”. Ma di tanto in tanto da questi abissi emergono delle bottiglie del tutto reali, dunque non si tratta forse di un’illusione. In realtà Zoltán Simkó non è un tipo originale come il suo vicino József Simon, ma è una figura abbastanza carismatica che ha un suo ruolo nella stessa favola. Questo gigante bonario e taciturno ha bisogno di un po’ di tempo per intavolare una conversazione, ma quando lo fa vale la pena ascoltarlo, perché non dice cose inutili. E così sono anche i suoi vini, armoniosi, per nulla eclatanti, eppure solidi e sostanziosi. E ci ritroviamo di nuovo nella tipicità tradizionale, terrosa e speziata di Eger, con vini che fermentano su lieviti propri e maturano un anno (eccetto i bianchi) in grandi botti ungheresi. Prezzi sobri, un buon posto per gli acquisti.

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

Zoltán Simkó

 

(****-) Egri Bikavér 2006, 13%

Un uvaggio complesso (kékfrankos 50%, cabernet sauvignon 39%, merlot 11%, blauburger 10%) che ha prodotto qui un vino dal carattere molto tipico, con un fruttato succoso di amarena, una marcata nota di spezie (timo, rosmarino) e una mineralità un po’ crepuscolare, secca e terrosa. Non è eccessivamente muscoloso, ma ha un buon concentrato di aromi, molta eleganza ed è lungo.

(****-) Pinot noir Sikhegy 2005, 14%

Un naso piacevole, aereo, di viole; in bocca un fruttato ben concentrato (ciliegie, fragole), una gran quantità di note di erbe aromatiche e spezie (timo). Abbastanza leggero nella struttura, ma non manca d’intensità. Nel finale i tannini sono un po’ asciutti.

(****) Kékfrankos 2006, 14%

Un vino meravigliosamente concentrato, abbastanza ricco di aromi, con note di marzapane, amarena col suo nocciolo, frutti di bosco neri, lamponi freschi, timo, cioccolato, eccetera. Il tutto è ben composto, elegante, con un tannino maturo, lungo. Ciliegia fresca nel retrogusto.

(****-) Libavér 2009, 13,5%

Il suo nome significa “sangue d’oca”, poiché questo uvaggio dei vitigni kékoportó, blauburger e pinot noir è il locale nouveau preparato apposta per San Martino, quando tradizionalmente ci si ingozza di arrosto d’oca. È un vino fresco, senza pretese, con un bel fruttato di ciliegia e frutti di bosco, con tannini ben levigati e una buona acidità, indicato appunto per l’oca (ma non solo).

(*****) Vörös és Fekete Syrah 2007, 13%

Vörös és fekete in magiaro significa “rosso e nero”. Zoltán Simkó chiama così il suo vino rosso più ambizioso di ogni annata e questa volta si tratta di syrah in purezza (anche se, per esempio, nel 2003 era invece un uvaggio di cabernet sauvignon, merlot e blauburger). È un vino di colore molto scuro, ottimamente concentrato, sebbene non sia troppo pesante, con un fruttato denso e fresco (prugne, amarene, lamponi) e con tannini vellutati e cioccolatosi; è lungo e diabolicamente saporito. Un vero icon wine.

 

Campioni di botte dell’annata 2009:

 

(****) Pinot noir 2009

Un profumo ancora chiuso dopo la fermentazione, ridotto, con sentori di cavolo, ma dopo un attimo il bouquet si apre con amarene e frutti di bosco. In bocca il vino è saturo di ciliegie, ben strutturato, non troppo pesante, ma concentrato negli aromi (ciliegie col nocciolo, tabacco). Il finale è lungo e minerale, con un fresco, pulito, retrogusto di amarena. Si annuncia come un bel vino davvero.

(****-) Syrah 2009

Per il momento è ancora solforoso, ridotto, ma c’è già una bella prugna, un fruttato silvestre dolce, molte note speziate. Un vino ben strutturato, abbastanza concentrato, con tannini ben composti, lungo e minerale.

(****-) Kadarka 2009, 13,5%

Un colore chiaro tipico per questo vitigno, un profumo ancora compresso di amarena-minerale, nel gusto c’è molta selvaticità, frutti di bosco, mirtillo di palude, ciliegie, spezie piccanti (pepe, zenzero, rosmarino), buoni tannini e un’acidità bellicosa, intrigante.

 

(nda: elaborazione di Wojciech Bosak)

 

Demeter

3300 Eger, Kőlyuk pincesor 28-30 (posta: Attila u. 9a)

Tel.+36(20)9444745

e-mail: demeterpinceszet@demeterpinceszet.hu, sito: www.demeterpinceszet.hu

Visite: con preavviso, per gruppi fino a 20 persone.

Lingue straniere: inglese, tedesco.

Superficie delle vigne: 16 ettari (Eged-hegy, Oreg-hegy, Gesztenyés, Felsőgalagonyás, Merengő, Birkás, Nyitra).

Produzione: circa 35 ettolitri per ettaro.

Maturazione: circa l’80% dei vini nel tradizionale rovere ungherese (in media 2 anni) con affinamento di 2-3 anni in bottiglia a seconda del potenziale.

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

Csaba Demeter

 

Una cantina nello stile moderno dei suoi vini, anche se le origini dell’attività enologica della famiglia Demeter risalgono al 1800. Attualmente il titolare è Csaba Demeter (quarta generazione impegnata nella produzione di vino), che già nell’infanzia respirava il profumo del vino. La cantina Demeter è la sua nuova impresa, rinforzata dalla tradizione famigliare. Il progetto si è avverato nell’anno 2000, con i soci Janos Kovács e Tamás Dobos.

In questa cantina si cura una moderna immagine dei vini. Molti di questi sono espressivi, pieni di fruttato e di profumo di botte. Sembra però che manchi ancora la determinazione, un timbro di appartenenza stilistica, che infatti si percepisce difficilmente in un modo inequivocabile. Manca una definizione più forte dei vini, un’idea compiuta di come deve apparire l’intera offerta. Si ha l’impressione che i vini nascano in un gran tumulto, in una notevole amplificazione della qualità, sulla base del “riuscito/non riuscito”. Non si sa bene da dove provengono le diversità. Tuttavia bisogna sottolineare che una parte dell’offerta sa veramente sorprendere: una solida bottiglia di vino di Demeter è davvero di gran classe. Questa cantina contribuisce senz’altro a costruire un’immagine più moderna di Eger. Non fatevi però ingannare dall’incontro con etichette modernissime, a momenti sgargianti e un po’ controverse, perché molte nascondono un vino armonioso e interessante.

Csaba Demeter e la sua filosofia del Bikavér: “È ovvio che cerchiamo una nuova strada per l’Egri Bikavér. Ogni vignaiolo ha il proprio stile e la propria filosofia per cercare di addomesticare questo vino. C’è un paio di vignaioli che sono profondamente convinti che alla base e nel midollo del Bikavér ci debba essere il kékfrankos. Nel mio Bikavér ce n’è circa il 50%. Inoltre dovrebbe trovarsi la kadarka o il menoir. Si fa in fretta a capire che se il Bikavér dev’essere autentico, tipico di Eger, non può basarsi soprattutto sui vitigni internazionali. Sì, quello sostenuto da cabernet o merlot può essere molto buono, però non è di Eger nel vero senso del termine”.

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

(***) IQ

Uvaggio bianco di molti vitigni. Accenti di vaniglia (che purtroppo viene da troppa botte) oltre a frutta e fiori. Inoltre c’è una marcata accentuazione di amarognolo, paglia, fieno. Qui c’è una buona acidità, ma nell’insieme è un vino un po’ scabro, con degli strani sentori di cavolo. Un vino controverso, leggermente sbilanciato. E poi c’è quel fastidioso eccesso di botte a ogni assaggio…

(***+) Hanga

Cuvée bianca: hárslevelű 40%, szűrkebarát 40%, olaszriesling 20%. Leggermente ossidato, resinoso(?), sa inoltre di cera, propoli, miele, con un po’ di zucchero residuo equilibrato da una buona acidità. Maturo, abbastanza pieno. Un po’ troppo “moderno”, caricato, ma non ha grandi difetti. Le mie riserve riguardano più la questione dello stile.

(****) Egri Siller Félnyolc

Merlot 40%, pinot noir, kékfrankos, menoir. Ha il colore tipico di un Siller, rosa scuro come il lampone (ma con quell’aspetto un po’ artificiale della plastica). Il lampone si sente, come la barbabietola e le amarene. Il vino è succoso, pulito e invogliante. La caratteristica di un Siller è che la sua fattura è più simile a quella di un vino rosso che non a quella di un vino rosato. Qui ci sono spezie, frutti di bosco, buona struttura e una leggera piccantezza.

(****) Pinot Noir

Sentori di cantina, castagne arrosto, frutti di bosco. Denso, leggermente polveroso, oltre alle ceneri e ai suoli vulcanici ci sono le praline, ma di cioccolato stantio. In bocca è uguale, leggermente polveroso, fruttato (lampone, confettura di amarene). Un Pinot levigato, semplice, leggermente alcolico, cantinoso. In uno stile più moderno, ma regge il livello: c’è delicatezza ed equilibrio.

(****+) Egri Bikavér

Kékfrankos 50%, cabernet franc 25%, merlot 25%. Grafite, matita, terra, sottobosco. In bocca è secco, stiloso, arrendevole, saturo di terra e di cenere. Leggermente secco, legnoso, ma nella pienezza del fruttato (mora). Ha una bella austerità.

(*****-) XY cuvée

Merlot 40%, cabernet franc 40%, kékfrankos 20%. Molto pulito, un vino civilizzato in tutti i sensi, non eclatante, privo di effetti boom. Ha degli aromi leggeri di funghi e di cantina, oltre a caffè e cioccolato fondente. In bocca si dispone con modi gentili, anche se il naso annuncia un vino più selvatico. Il tutto si mantiene in un certo stile. Se Eger volesse una versione più internazionale, questa andrebbe proprio bene Un vino intenso, concentrato, con una gran quantità di frutti di bosco. Pulito e curato. Un lavoro fatto molto bene. È focoso, piccante, con un cuore selvatico. Va necessariamente decantato.

 

Hagymási Pincészet

3300 Eger, Kőkút u. 24

Tel. +36(36)414136, cell. +36(20)3264364

e-mail: bormester@gmail.com, sito: www.bormester.hu

Visite: sale di degustazione su due piani, capaci di accettare complessivamente 100 persone nella cantina numero 19 (nella Valle della Bella Donna). Si possono assaggiare formaggi di capra, pane allo strutto, salumi e semplici spuntini regionali (anche caldi).

Lingue straniere: inglese

Superficie delle vigne: 27 ettari su suoli vulcanici

Vitigni: olaszrizling, muscat lunel, cserszegi fűszeres, rajnai rizling, chardonnay, kadarka, menoir, syrah, pinot noir, cabernet franc, cabernet sauvignon, merlot.

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

 

È una cantina dalla capacità di 2.000 ettolitri, per il 70% in botti di varie dimensioni e il resto in tanks di acciaio inossidabile. Si può dire che József Hagymási, il titolare dell’azienda, è sempre stato legato al vino di Eger. È cresciuto qui e ha avuto molte occasioni di vedere che cosa succede attualmente in regione. Hagymási sottolinea con forza il suo contatto stabile, ininterrotto con il vino. Si è guadagnato infatti molta esperienza in diverse tappe: come studente (enologia/commercio), vignaiolo, enologo e anche come direttore esecutivo della sezione Viticoltura dell’Istituto Ungherese del Vino e della Vite. Ha ricevuto anche una prestigiosa proposta dai proprietari del famoso ristorante Gundel di Budapest, quella di sviluppare il progetto di una vigna di loro proprietà. Una proposta che ha accettato proprio nello stesso momento in cui si sviluppavano anche la sua cantina e la sua vigna.

József Hagymási ha iniziato da 5 ettari e, mano a mano che aumentava la vendita di vino e miglioravano i canali della sua distribuzione, è riuscito a investire gradualmente in altri ettari. I cambiamenti e i miglioramenti maggiori li ha fatti nel 1999. La moglie Ibolya lo sostiene in tutte le attività ed è impegnata come il marito nella conduzione dell’azienda vinicola. Come del resto i loro figli: Tamás, Hajnalka, Lili e Csenge, che s’inseriscono pian pianino nel mondo del vino. I vini di Hagymási si mantengono in uno stile tradizionale, conciso, dai toni fortemente rustici. Qualcuno è riuscito a conquistare anche dei riconoscimenti (p. es. da Decanter).

Eger: presentazioni di cantine e vini scelti da Mariusz Kapczyński (4)

 

(***+) Olaszrizling

Un bianco con una bella intensità e pulizia degli aromi. Miele, propoli, cera, scorza di limone, uno sfondo di erbe aromatiche.  In bocca è espressivo, con l’amarognolo dei semi di mela, e lungo. Ha perso con gli anni un po’ di vigore, di nervo e di artigli, perciò la struttura in genere vacilla un po’. Nel finale c’è fieno, erbe aromatiche, burro maturo. Si vede una certa classe, ma il tempo l’ha leggermente minata. Nonostante questo vi si trova ancora quel registro che procura un po’ di piacere.

(***-) Egri Chardonnay

Cartone, legno, fieno e nonostante l’età salta fuori nettamente una botte nuova. Il tempo non l’ha sistemato e non l’ha pulito. Complessivamente ha poco dello stile e della qualità locale. Dà fastidio la vaniglia invadente, il legno fradicio e tutte le altre note che si decompongono allo stesso modo.

(***+) Kéjbor, Egri Cabernet Sauvignon

Levigato e fruttato, sa leggermente di mora, un po’ di erbe aromatiche, terra; acidità leggermente frizzante, fruttato evidente. Un vino di carattere, con gli artigli.

(****+) Egri Bikavér Superior

Una certa muscolosità, la selva oscura della scabrosità, il sambuco; è secco e ruvido. E ha un carattere leggermente old school, così cantinoso e selvatico. Stupendo con la zuppa di pesce o con il goulash. La sua struttura e il suo fascino si fondano proprio su questa esuberanza e su una specifica “secchezza”. Tannini sempre marcati e sempre un tantino asciutti. Bucce secche, vinaccioli, noci, ghiaia e succo di amarena. Come si sa, la moderazione testimonia la classe. Un principio che qui è ben confermato.

(****) Pinot Noir

Aroma “freddo”, silvestre, un miscuglio di frutti di bosco (mirtillo, aronia, mora) oltre a terra secca e grafite. È dignitoso, equilibrato, pulito. Vale la pena di dargli ancora del tempo e libererà note di peperoncino secco, pepe di Caienna, cenere, muschio e vegetazione palustre. In bocca gioca su note leggermente acidule, misurate, ma vigorose e ben disposte su uno sfondo rustico. Completamente buono.

(***) Syrah 2006

Lampone ed erbe aromatiche, pulito. Un po’ troppo secco, ruvido e vuoto. In bocca è molto più fruttato, un po’ polveroso e terroso, un tantino verde. Fatto alla maniera locale, un vino un po’ contadino.

(***+) Egri Cabernet Sauvignon

Polveroso, leggermente cantinoso, una struttura di ciliegia col nocciolo; il fruttato è delicato, dignitoso e si sviluppa gradualmente dal fondo del bicchiere. Terra bagnata, erbe palustri. Dategli il tempo di aprirsi con calma. In bocca il fruttato è austero in un clima un po’ vegetale. Buono. Non è aggressivo, ma ben posato su contorni nettamente terrosi, gli manca un po’ di finezza, ma ci si può sentire afferrati per il palato. Però la mancanza di trasparenza lo fa sparire qua e là in un clima di cantina terrosa e dà l’impressione di un leggero spegnimento.

 

La scala di giudizio:

 

( * * * * * * ) eccezionale, un vero capolavoro

( * * * * * ) ottimo, vino di gran classe

( * * * * ) buono, interessante

( * * * ) onesto, dignitoso

( * * ) debole

( * ) stare alla larga, vino con evidenti difetti

 

( – e + ) per togliere o aggiungere mezzo punto

 

 

Mariusz Kapczyński

 

Mariusz Kapczyński

Sono giornalista e critico enologico su www.vinisfera.pl, sono stato collaboratore di Wine Magazine, Wine Time, Alcohol Markets, Kitchen, USTA Magazine, Top Class, SpaEden, AllInclusive, Internet Radio Polacca, Enotime, Wirtualna Polska e altri. Come giurato, prendo regolarmente parte a vari concorsi enologici e polacchi (tra cui Vinitaly, Concours Mondial de Bruxelles, Vinoforum, Vinaria, Vinul.ro, Enoexpo, Orszagos Borverseny, Clean Vodka Tasting). Faccio anche parte dell’organizzazione internazionale di giornalisti e specialisti dell’industria dell’alcool – International Federation of Wine and Spirits Journalists and Writers. Nel 2015 “Magazyn Wino” mi ha assegnato il Grand Prix nella categoria “promozione della cultura del vino in Polonia”. Nel 2018, mi è stato assegnato il capitolo del premio Saint Martin per “l’eccezionale servizio nel campo della promozione del vino polacco”.

 

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