Manihi o fraticelli, dolce tipico delle Valli del Natisone

manihi

Manihi o fraticelli, dolce tipico delle Valli del Natisone. Ogni regione ha le sue ricette tipiche per le ricorrenze o per i giorni di festa.

Non solo, ma in ogni regione ci sono altrettanto numerose varianti tipiche. Quanti in Friuli Venezia Giulia per esempio conoscono manihi della Benecija? Ci pensa Caterina, la cuoca della Casa delle rondini di Stregna a raccontarceli.

Come ha fatto nel corso di un recente laboratorio con le altre donne che fanno parte dell’associazione Le donne della Benecija. Certamente a molti di coloro che vivono a Trieste e in area giuliana ricorderanno le titole (che pare siano di origine ellenica). Un’altra occasione per sottolineare come la cucina non abbia confini.

Ingredienti per 4 fraticelli

13 g lievito di birra

135 g farina Manitoba

400 g farina 0

120 gr latte

75 g zucchero

3 tuorli

120 g burro

Per la decorazione:

chiodi di garofano

1 albume

zucchero a velo

 

Procedimento

Preparo quello che si chiama “lievitino”: in una ciotola sbriciolo il lievito di birra, aggiungo e mescolo 1 cucchiaino di zucchero, aggiungo anche l’acqua tiepida. Incorporo la farina Manitoba.

Deve risultare un impasto morbido e appiccicaticcio. Lascio riposare coperto per almeno mezz’ora.

In un’altra ciotola, più capiente, metto 400 g di farina “0” setacciata e un cucchiaino di sale fino, sistemato in un angolo. Al centro verso 120 g di latte tiepido, 75 g di zucchero e i 3 tuorli.

Mescolo un po’ e aggiungo del burro, precedentemente sciolto a bagnomaria. Impasto il tutto molto bene. A questo punto unisco il “lievitino” ed impasto le due parti con energia. Lascio a lievitare circa 2 ore.

Tolgo l’impasto dalla ciotola e, senza lavorarlo, mi dedico alla realizzazione della forma desiderata: manih (treccia distesa, con un uovo adagiato su un’estremità a richiamare la testa del frate), o colombina o nodo.

Per la colombina vanno modellate le parte finali dell’impasto: una per la testa, in cui inserisco 2 chiodi di garofano per gli occhi e l’altra per la coda, premendovi il dorso di una forchetta per le piume più grandi).

Il nido è una treccia chiusa a mo’ di nido con un uovo al centro.

Pongo a lievitare una quarantina di minuti (dipende anche dalla grandezza delle forme realizzate).

Si cucinano in forno preriscaldato a 190-200 °C per circa 25 minuti.

Facendo attenzione, dispongo i “manihi” a raffreddare su una gratella.

Per lucidare la superficie sbatto con una frusta 1 albume con 1 o 2 cucchiai di zucchero a velo e spennello i piccoli capolavori quando sono ancora ben caldi.

Tocco finale: sulla superficie disegno occhi, bocca, barba e … la classica pettinatura da frate.

A questo punto saranno pronti per essere riposti nel mio cestino assieme al salame, alle uova sode, a un pugno di sale grosso e uno di zucchero che porterò a benedire nel pomeriggio di Sabato Santo.

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